
L’autore cinese Yan Lianke, le cui opere sono bandite nella sua patria e pesantemente censurate, ha esortato i leader mondiali a non esimersi dal confrontarsi con la Cina sulla sua situazione dei diritti umani. Yan, le cui schiette rappresentazioni della vita cinese hanno spinto anni di censura statale, ha detto che i leader che stringono affari in Cina sono diventati troppo concentrati sui legami economici. Il romanziere sessantenne ha detto ad Agence France-Presse che Pechino ha bisogno di affrontare le questioni dei diritti umani, ma i politici in visita “non si preoccupano minimamente di questa questione”. Lunedì 27/08/2018, lo scrittore in vista della sua prima apparizione in un festival britannico all’Edinburgh International Book Festival ha dichiarato: “Il problema è che questo problema viene schivato. Sembrano più affari di soldi e accordi”. Da quando il presidente Xi Jinping è entrato in carica nel 2012, le autorità cinesi hanno pesantemente ridotto lo spazio per le libertà civili e le critiche al Partito comunista.
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