Venezuela e il "pacchetto della fame": l’ultima follia economica di Maduro





El paquete del hambre, ovvero “il pacchetto della fame”. Così hanno battezzato le misure economiche introdotte dal presidente Nicolás Maduro a fine agosto i 27 milioni di venezuelani che resistono in quello che sino a vent’anni fa era il paese più ricco del Sudamerica (oltre 5 milioni sono già fuggiti) e ancor oggi possiede le maggiori riserve petrolifere certificate.Dopo avere cercato di controllare per un ventennio i prezzi di ogni bene, compresa la moneta, centrando il solo obiettivo che tali politiche storicamente centrano, ovvero un florido mercato nero, rendere introvabilii beni sui mercati legali e la moneta senza valore, ora Maduro ha deciso di aumentare il prezzo del gasolio di un milione e 400 mila per cento (è difficile persino da scrivere), quello della benzina del 700 mila per cento, eliminando 5 zeri dal bolivar: moneta passata per decreto da “forte” a “sovrana”, nella folle speranza che cambiare nome possa fermare un’inflazione annua al milione per cento (fonte Fmi).In altre parole: un pollo che, pochi giorni fa, costava 14 milioni di bolivares “forti”, oggi con il nuovo conio ne vale “solo” 140. Nulla cambia, però. Soprattutto, Maduro ha moltiplicato per legge di 35 volte lo stipendio che, da settembre, i datori di lavoro del settore privato dovranno pagare ai dipendenti. “Una decisione che costringerà a chiudere le 140 mila piccole imprese sopravvissute a queste follie economiche” spiega Rafael Guzmán, presidente della Commissione Finanze del Parlamento.

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Pubblicato il: 28 Agosto 2018

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