Troppo tempo sugli smartphone: perché Tim Cook non è un ipocrita





Mettiamola così. L’oste, in questo caso Tim Cook, non critica il suo vino, ma ammette che le persone ne fanno un uso sempre più smodato. Una specie di invito a “bere responsabilmente”, considerati i possibili effetti secondari, soprattutto sulle fasce più giovani della popolazione.“Passiamo troppo tempo con lo smartphone in mano”, ha sentenziato il numero uno di Apple nel corso di un evento organizzato in settimana da Fortune, un abuso che era difficilmente preventivabile solo qualche anno fa ma che ora è davvero sotto gli occhi tutti: “Non avremmo mai voluto che le persone abusassero dei nostri prodotti, volevamo che la gente grazie ai dispositivi facesse cose altrimenti impossibili. Ma se si passa tutto il tempo sullo smartphone”, ha chiosato Cook, “significa che si sta spendendo troppo tempo”.Questione di reputazioneSincero o meno, il discorso di Tim Cook va inteso  come la prima vera presa di posizione su una questione di responsabilità sociale particolarmente dibattuta negli ultimi tempi, anche in seno all’azionariato Apple.Lo scorso gennaio, Jana Partners e il fondo previdenziale di CalSTRS, detentori nel complesso di circa due miliardi di dollari di azioni di Cupertino, hanno scritto una lettera pubblica alla società invocando una “svolta di responsabilità” a favore delle nuove generazioni, un suggerimento nemmeno troppo velato a (ri)considerare lo sviluppo degli strumenti tecnologici tenendo conto degli impatti che questi potrebbero avere nei confronti dei giovani.La preoccupazione degli investitori non è di natura prettamente etica, è giusto precisarlo, ma ha anche dei risvolti più concreti, soprattutto a lungo termine. In un momento nel quale la reputazione si costruisce curando ogni minimo dettaglio della catena del valore, sembrano voler suggerire gli azionisti, Apple non può permettersi il rischio di ignorare l’impatto che l’iPhone, l’iPad e tutti gli altri iGadget avranno sugli utenti del futuro. 

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Pubblicato il: 27 Giugno 2018

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