Da Sarajevo arriva una notizia emozionante quanto esplicativa della semplicità, del naturale altruismo e della bontà pura dei bambini, nonché della lungimiranza di certi insegnanti.Zejd è bosniaco, a sei anni, ed è un bambino sordo dalla nascita. Ebbene, giunto l’anno di dover andare a scuola, sua madre lo ha voluto inserire in una classe “normale”. Che è successo a questo punto? Anziché venire emarginato dai suoi amici e compagni perché portatore di una sorta di “handicap”, proprio questo suo deficit gli ha permesso una reale (verrebbe da dire “normale”) integrazione all’interno della sua classe.E questo perché tutti i compagni, per comunicare con lui e farlo sentire meno solo, hanno imparato il linguaggio dei segni!Su iniziativa della maestra, Sanela Ljumanovic, tutti, compresa lei, hanno imparato quella “strana lingua” per coinvolgere il piccolo Zejd nelle lezioni e nella quotidianità scolastica
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