Scie chimiche: la fake news che resiste al tempo!





Da una parte forse la paura di essere sopraffatti da qualcosa di misterioso che proviene dall’alto, da una parte l’idea di dover(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({}); credere a tutti i costi a fonti che non sono convenzionali e per questo forse più suggestive, fatto sta che da più di vent’anni va avanti, nonostante le smentite, nonostante si sia ben capita la motivazione che sta alla base di questa legenda metropolitana, la sonora bufala delle scie chimiche(chemical trails). La cosa comica è che anche fra gli scranni della politica qualcuno con questa sonora idiozia ha partecipato a costruirsi un discreto successo politico e ha trovato in qualche boccalone un discreto seguito.(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({}); La tesi delle scie chimiche è nata nel 1997 a seguito ad interessi economici e personali di chi mise in piedi questa legenda. In quel periodo infatti un consulente impegnato nella ricerca contro gli attacchi terroristici, tale Richard Finke, non trovò di meglio da fare che sostenere, di propria iniziativa e senza alcuna base scientifica, che quelle scie bianche rilasciate dagli aerei in volo erano composte, secondo la sua strampalata teoria, da dibromuro di etilene, una sostanza, tanto tossica da risultare letale per intere popolazioni al punto da provocarne una strage se solo si fosse deciso di agire in tal senso. Poichè la notizia fu inviata a delle fonti giornalistiche che si occupavano di bioterrorismo, senza alcun criterio e senza verificare la notizia, le stesse fonti inviarono a diverse agenzie giornalistiche del mondo la bufala che in breve tempo circolò per tutto il pianeta.“Da quel momento molti iniziarono a dire che le scie lasciate dagli aerei erano composte da elementi chimici, oppure da virus immessi nell’atmosfera per avvelenare il nemico da parte di taluni eserciti, (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({}); oppure per modificare il meteo a proprio vantaggio”, spiega Vincenzo Levizzani dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Consiglio nazionale delle ricerche. “In realtà le strisce che vediamo lasciate dagli aerei sono effetto di condensazione (condensation trails), si formano a circa 10mila metri di quota e sono costituite da vapore acqueo, particelle e gas di scarico emessi dai motori dei velivoli, che alle basse temperature presenti a quell’altezza (circa -70°) formano scie di cristalli di ghiaccio”.Anche i tempi di permanenza di queste strisce bianche dipendono da fattori ambientali, più l’atmosfera è secca piùpresto si dissolveranno, se invece l’aria è contrassegnata da alti livelli di umidità le strisce restano più a lungo visibili, anche per diverse decine di minuti. Ovvio che dopo l’enorme frastuono costruito, fu facile per alcuni ritenere che dietro le scie chimiche si nascondevano chissà quali orridi complotti creandoil mito secondo il quale con quel sistema era possibile modificare il clima, impoverendo interi continenti o scatenando malattie o ancora provocando ad arte un urgano per devastare intere nazioni, ovviamente tutto questo con un solo aereo!Eppure coloro che ancora credono a questa fandonia continuano a ritenere plausibile questa strampalata teoria che pare resistere anche perché sciaguratamente associata ad un fatto concreto che viene praticato, sia pure ancora sperimentalmente, per ben altri fini, sicuramente più nobili

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Pubblicato il: 15 Gennaio 2019

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