La pelle è il mezzo che usi ogni giorno per relazionarti e toccare il mondo che ti circonda. Visivamente, inoltre, la pelle è il sintomo più evidente di una corretta alimentazione e di una buona dose di riposo notturno. Ma se da un lato la pelle ci permette di provare sensazioni positive come il contatto con gli altri, dall’altro può provocarne di meno piacevoli come il prurito.Il prurito è sicuramente una sensazione fastidiosa, ma ti sei mai chiesto perché grattandoti riesci addirittura a trasformarla in un qualcosa di piacevole?Per comprendere la soddisfazione che provoca grattarsi, dobbiamo partire dalla definizione di prurito coniata 350 anni fa da Samuel Hafenreffer. Secondo il medico tedesco Hafenreffer il prurito è definibile come una qualsiasi “sensazione spiacevole che suscita il desiderio o il riflesso di grattarsi“.Il motivo per cui percepiamo del prurito deriva da quella struttura complessa che è il nostro corpo. Esistono due teorie al riguardo: la “teoria dell’intensità” e la “teoria della specificità”. Secondo la teoria dell’intensità, la pelle è costellata di una serie di terminazioni nervose, chiamate nocicettori, che trasmettono informazioni su potenziali stimoli dannosi per il nostro organismo al midollo spinale e al cervello.
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