
Ci sono voluti undici anni per trasformare in realtà il sogno dei buddisti italiani. O meglio la burocrazia ha impiegato più di due lustri per dare il via libera al primo monastero buddista tibetano del Terzo Millennio, il più grande d’Italia e probabilmente d’Europa. Sorgerà a Pomaia, località sulle colline pisane (Comune di Santa Luce) e sarà l’esempio solenne di «karma positivo» (per i buddisti un’azione buona che apre altri sviluppi benefici), non solo per i «tibetani», ma anche per le altre comunità e per i piccoli gruppi zen che da anni seguono i principi del principe Siddharta.
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