Perché l’Occidente rischia una nuova crisi finanziaria





Possibile che non abbiamo imparato nulla dalla tragica crisi finanziaria del 2008 e, dieci anni dopo, siamo ancora alle prese con dinamiche che potrebbero riportarci a commettere gli stessi errori?E’ questa la tesi di The Economist, che ricordando l’anniversario del crollo di Lehman Brothers mette in guardia sul fatto che nonostante le banche siano oggi molto più al sicuro di quanto non fossero dieci anni fa, non siano comunque al riparo da una seconda stangata.2008-2018: perché dovremmo preoccuparciDal 2008 ad oggi sono cambiate molte cose. Le banche sono diventate molto più attente alle operazioni che conducono, in maniera da mantenere i conti in equilibrio, hanno iniziato ad esternalizzare una serie di servizi sia per contenere i costi sia per aumentare il livello di competenza degli operatori di volta in volta coinvolti, e tante hanno cambiato drasticamente anche la cultura aziendale, che premia infatti l’analisi e la cautela molto più dell’iniziativa individuale e del rischio.Credito e bancarottaSe da un lato le banche sonno diventate più coscienziose, dall’altro nuovi attori le hanno sostituite nella disponibilità a concedere crediti ad alto rischio. Tuttavia, anche questi fondi di private-equity secondo The Economist non sono così interessati a buttarsi in settori troppo rischiosi, proprio perché temono di essere trascinati verso la bancarotta.Regolamenti e austeritàPer uscire dalla crisi tutti i paesi che sono rimasti travolti dalla crisi finanziaria del 2008 hanno dovuto ricorrere all’austerità, e per alcuni anche questa strategia non è servita a lasciarsi alle spallegli anni più bui di un dissesto economico spaventoso e globale.Oggi, però, per mettersi al riparo da eventuali nuove crisi le Banche Centrali hanno deciso di regolamentare in maniera molto più precisa i rispettivi mercati finanziari, sperando così di riuscire a prevenire eventuali oscillazioni indesiderate. Il risultato? Tanti cavilli e troppa poca flessibilità. Che nelle situazioni di emergenza può creare più problemi che benefici.Perché dovremmo preoccuparciPossibile che banche più caute, l’iper-regolamentazione del sistema finanziario e la presenza di fondi di private-equity che pur avendo sostituito le grandi banche d’affari nelle operazioni più rischiose cercano comunque di evitare di ritrovarsi a chiudere collaborazioni troppo ambigue non siano sufficienti a garantirci un futuro più tranquillo, almeno per quel che riguarda la stabilità finanziaria dei nostri paesi

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Pubblicato il: 12 Settembre 2018

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