Ottenuto il primo batterio sintetico con un Dna ridotto, più vicina la vita "su misura"





Ottenuto il primo batterio sintetico con un Dna ridotto, ma nel quale nessuna delle istruzioni originarie è andata perduta, proprio come quando viene ‘zippato’ un file troppo pesante per poterlo trasmettere più facilmente. Pubblicato sulla rivista Nature, il risultato è stato ottenuto dalla ricerca coordinata dal Laboratorio del Medical Research Council (Mrc) a Cambridge, lo stesso dove all’inizio degli anni ’50 è stata scoperta la struttura a doppia elica del Dna.Dopo il primo batterio con il Dna minimo, ottenuto nel 2016, il batterio con il Dna compresso rappresenta l’ultima frontiera della vita sintetica e che avvicina l’obiettivo ultimo di questa linea di ricerca: ottenere forme di vita che non esistono in natura per eseguire compiti utili all’ambiente o all’uomo, come digerire sostanze inquinanti oppure produrre farmaci o bioplastiche amiche dell’ambiente.Il gruppo di ricerca guidato da Jason W. Chin ha ricodificato l’intero genoma di un batterio molto comune, chiamato Escherichia coli. Il nuovo ‘libretto di istruzioni’ del batterio sintetico ha un numero inferiore di parole, ognuna formata da una diversa combinazione di tre delle quattro lettere che costituiscono l’alfabeto della vita e indicate con le lettere A, C, G e T. Ogni tripletta di lettere, chiamata ‘codone’, contiene istruzioni vitali, come quelle che danno il via libera all’inserimento di un aminoacido o quelle che bloccano la produzione di una proteina.Allo stato naturale, il codice genetico comprende 64 codoni per controllare la produzione delle proteine, che sono fatte di 20 aminoacidi. Vale a dire che più codoni controllano gli stessi aminoacidi, con una ridondanza che è fra le principali caratteristiche del codice genetico.

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Pubblicato il: 15 Maggio 2019

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