Obesità e disturbi alimentari, patologie sociali: “Filmdipeso” premia i cortometraggi che abbattono i pregiudizi e raccontano i percorsi di cura





L’obesità è una vera e propria ‘malattia sociale’, che colpisce nel nostro Paese oltre 6 milioni di persone e che ha importanti implicazioni psicologiche e relazionali ma, soprattutto, di salute, con una serie di complicazioni: diabete, dislipidemia, ipertensione, malattie cardiovascolari e respiratorie, steatosi epatica, calcolosi della colecisti, ernia jatale e reflusso gastroesofageo, complicanze osteo-articolari, infertilità e problemi in gravidanza, fino ad arrivare ai tumori. I disturbi del comportamento alimentare, che in parte rientrano nella costellazione dell’obesità, rappresentano anch’essi un grave problema sociale, ma spesso vengono sottovaluti e non riconosciuti come malattia. Per sensibilizzare la popolazione su questi temi, divulgandone gli aspetti psicosociali e di cura e contribuendo ad abbattere pregiudizi e false convinzioni, è nato lo Short Film Festival “Filmdipeso”, giunto oggi alla terza edizione, promossa dal Bariatric Center of Excellence di Sapienza Università di Roma – Polo Pontino, in partnership con il Comune di Latina, Amici Obesi onlus, AILO (Associazione Italiana Lotta all’Obesità) e Villa Miralago – Centro di riferimento disturbi alimentari. Il concorso è dedicato a cortometraggi e documentari brevi, della durata di massimo 20 minuti, realizzati dopo gennaio 2015 da registi professionisti o amatori, che affrontino queste tematiche o che condividano testimonianze di percorsi di riabilitazione e cura. Nello spirito di condivisione e di sensibilizzazione sociale del concorso sono quindi incoraggiate a partecipare persone che lottano quotidianamente o hanno lottato con l’obesità o con disturbi alimentari, in prima persona o perché sono familiari o persone vicine ai pazienti. Agli ideatori dei cortometraggi è lasciata piena libertà stilistica, nel rispetto delle tematiche, alle quali le loro opere devono necessariamente essere attinenti: sono benvenute diverse interpretazioni dello stesso problema e non ci sono limitazioni di genere.

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Pubblicato il: 20 Novembre 2018

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