Maurice Mikkers è un ex tecnico di laboratorio olandese appassionato di fotografia delle cose microscopiche. Mentre stava lavorando a un progetto per mostrare la cristallizzazione dei principi attivi di alcuni farmaci nel 2015, Mikkers sbatté un piede contro il tavolo della cucina nella sua casa all’Aia, nei Paesi Bassi. Il dolore improvviso fu tale da fargli lacrimare gli occhi e, visto che aveva un microscopio a portata di mano, decise di raccogliere una lacrima per osservarla e provare a farla asciugare, così da mettere in evidenza i cristalli dei suoi sali. Trovata la giusta combinazione di filtri per far risaltare al meglio le lacrime cristallizzate, Mikkers iniziò a chiedere a parenti, amici e conoscenti di fornirgli qualche lacrima per trovare le differenze. Infine, sviluppò ulteriormente l’idea trasformandola in “Imaginarium of Tears”, un progetto fotografico che lo ha tenuto impegnato nell’ultimo anno e che presto sarà pubblicato in un libro.Fotografando centinaia di lacrime diverse, Mikkers si è reso conto che ognuna è un mondo a parte con cristalli che sembrano fiocchi di neve o minuscole felci, a seconda dei casi.
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