Malaria: ad un passo dal vaccino





(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({}); In Italia ci siamo liberati dalla malaria da quasi un secolo, ma nel mondo la malattia miete qualcosa come 400.000 vite ed impressionante è il dato secondo il quale solo lo scorso anno ad ammalarsi sono state ben 214 milioni di persone. Oltretutto, se è vero che in Italia non ci sono le condizioni per ammalarsi, c’è anche da dire che da ritorno da zone del mondo dove la malattia è endemica, non è del tutto scontato che si riesca a fare in tempo una diagnosi certa, una volta giunti nel nostro Paese, per scongiurare la morte e spesso quando anche si fa è troppo tardi perché la malattia non giunga nel suo esito infausto. Ma(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({}); le speranze per debellare la malattia adesso sembrerebberorealtà, grazie ad un inedito vaccino ancora in fase sperimentale che si chiama PfSPZ che parrebbe stia dando i suoi frutti, se solo si pensa che oltre la metà dei campioni proposti, ovvero persone che erano state punte dalla zanzara anofele, non si sono ammalate essendo state sottoposte all’apposito piano vaccinale.A detta dei ricercatori, di tutti i presidi vaccinali fino adesso utilizzati contro la malattia, PfSPZ è quello che meglio di altri ha risposto alle attese degli scienziati, oltretutto la copertura contro il protozoo che causa la malattia si estende ad un anno dalla data di inoculazione del vaccino. Ovviamente non mancano le difficoltà rappresentate in primis dal fatto che gli agenti in grado di trasmettere la malaria sono almeno cinque microrganismi ognuno con caratteristiche diverse. Gli scienziati comunque pare stiano procedendo, sia pure per gradi, ma con successo avendo realizzato il parassita Plasmodium falciparum, iniettandolo vivo ma dopo averlo indebolito con le radiazioni, in modo che il sistema immunitario possa riconoscerlo e attaccarlo senza rischiare di farci ammalare in quanto il protozoo stesso non è in grado di duplicarsi.«Ormai è chiaro che somministrare per via endovenosa il vaccino PfSPZ conferisce una protezione a lungo termine, risultato che non si riesce a ottenere con gli altri vaccini attualmente utilizzati», ha detto Robert Seder, capo dei ricercatori.

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Pubblicato il: 1 Giugno 2016

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