La tassa sulla plastica: una misura per fare cassa senza una strategia industriale





“Il provvedimento del Governo , relativo alla tassa sulla plastica (la “plastic Tax” ) non è solo discutibile in quanto tale, (è appunto una nuova tassa), ma è un provvedimento privo di fondamento logico, perché il problema non è combattere la plastica come materiale, ma combattere contro la plastica non raccolta, abbandonata e dispersa nell’ambiente. Si rischia così di criminalizzare un materiale, misconoscendone il valore, semplicemente per l’incapacità del governo e delle amministrazioni a gestire il problema rifiuti. Ci si sofferma sugli effetti e non si trattano le cause”. E’ l’opinione dei produttori ed utilizzatori di plastica, soprattutto quella per alimenti, che leggono con preoccupazione le notizie riguardanti l’introduzione dell’ennesima gabella.  Anche perché ad inizio anno c’è già stato un aumento significativo di quella che è la tassa sulla plastica esistente, e cioè il “Contributo Ambientale Conai” Nel 2019 infatti, rispetto al 2018, il contributo è cresciuto, in maniera importante Fascia 1 – (2018) 179 euro a tonnellata; (2019) 150 euro/tonn Fascia 2 – (2018) 208 euro a tonnellata; (2019) da 208 a 263 euro/tonn Fascia 3 – (2018) 228 euro a tonnellata; (2019) a 369 euro/tonn Ma c’è di più.

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Pubblicato il: 17 Ottobre 2019

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