
Dall’acchiapparella, il gioco del rincorrersi che trae origine dall’antica Grecia dove bisognava toccare l’avversario con la punta di un bastoncino o la manica del vestito, alla zara, gioco medievale di dadi citato anche da Dante nel quinto canto del Purgatorio, passando per il tressette, il Monopoly, il calcio balilla e l’«Allegro chirurgo». Il divertimento è una cosa seria e la noia, dall’uomo delle caverne in poi, è la più generosa delle leve creative: tra una campana e un Subbuteo lo dimostra con arguzia e competenza Andrea Angiolino, giornalista, autore ed esperto ludico, nel suo «Storie di giochi», un viaggio dal nascondino al Sudoku tra i passatempi più amati e diffusi nei secoli. «I giochi ci insegnano molto su chi li pratica e possiamo affermare di conoscere meglio un popolo o una persona se abbiamo cognizione del suo modo di giocare – spiega Angiolino –. Le storie che stanno dietro alle genesi dei giochi sono poi ricche di curiosità e aneddoti, in un continuo intrecciarsi con la cultura dell’epoca, con rimandi, connessioni e variazioni che si susseguono in una perenne evoluzione»
Per leggere il resto dell’articolo devi collegarti direttamente sul sito della fonte: