La lettera minatoria – di Marco Travaglio





Domenica ci siamo occupati dell’ultima impresa, in ordine di tempo, di Maria Elisabetta Alberti Casellati, inopinatamente presidente del Senato: una photo opportunity con un’amica stilista e col di lei figlio, che malgrado la tenera età ha già collezionato due condanne per molestie sessuali su giovani modelle (16 mesi Tribunale e altri 16 mesi patteggiati). Da quando l’avvocatessa padovana devota a San Silvio è assurta alla seconda carica dello Stato, che ne fa una sorta di vicepresidente della Repubblica (se Mattarella ha un impedimento, subentra lei), non s’è fatta mancare nulla: dal vitalizio extralarge all inclusive (pure il periodo trascorso al Csm), al mega-staff che manco Sardanapalo, alle marchette per il figlio direttore d’orchestra e la figlia giornalista rampicante, ai voli Alitalia ritardati per i suoi capricci, all’ascensore senatoriale ad personam. Ma l’unica testata che osa occuparsi di lei è il Fatto.

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Pubblicato il: 10 Dicembre 2019

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