Italiani "analfabeti funzionali", incapaci di decifrare il mondo





 Quando nel 1861 si fece il Regno d’Italia, la priorità successiva fu “fare gli Italiani”, come disse Massimo D’Azeglio. Il primo strumento era la scuola: per creare un popolo bisognava metterlo in condizione di leggere, scrivere e far di conto. Ci volle quasi un secolo (e il maestro Alberto Manzi) per passare dal 78 per cento di analfabetismo di allora alla quasi totale scomparsa degli illetterati.Ma i problemi tornano in modo più subdolo. In un mondo in cui 260 milioni di bambini non hanno accesso ad alcuna istruzione, in Italia, secondo l’Ocse, più del 70 per cento della popolazione è oggi analfabeta funzionale; non è analfabeta totale, perché ha ricevuto una minima educazione, tuttavia non riesce a comprendere brevi testi di utilità quotidiana o a compiere le più basiche operazioni di calcolo. Non capisce un articolo di giornale, un semplice contratto, un foglietto delle istruzioni, non sa calcolare la somma di una spesa o lo sconto su un prodotto. Il dato è allarmante: un italiano su tre non sa decifrare il mondo intorno senza una semplificazione o un’intermediazione.Ancora più preoccupante è che queste persone hanno comunque avuto un’istruzione

Per leggere il resto dell’articolo devi collegarti direttamente sul sito della fonte:









Continua

Pubblicato il: 5 Aprile 2018

Potrebbero interessarti anche»