Iraq, il museo virtuale per dimenticare la guerra





Un museo virtuale per dimenticare la guerra e le distruzioni, e recuperare parte dell’immenso patrimonio archeologico iracheno, da quindici anni sottoposto a terribili devastazioni. Anche così l’Iraq cerca di uscire dal buio.L’iniziativa è partita nel 2005, con finanziamenti italiani (Ministero degli Affari esteri e Consiglio nazionale delle ricerche) e americani, e ora è in forte accelerazione. Il ministero del turismo e delle antichità dell’Iraq vuole completarlo entro la fine del 2018.Ritornare agli splendori di un tempoIl sito disporrà di un database online che includerà tutto il patrimonio archeologico del Paese. Si potrà così fare un viaggio a colpi di clic nei grandiosi imperi mesopotamici del passato.Molti reperti del sito vengono dal museo nazionale dell’Iraq, chiuso nel 2003, quando le forze americane invasero l’Iraq, lasciato incustodito e saccheggiato selvaggiamente.È stato riaperto nel 2015 ma la strada per tornare agli splendori di un tempo è lunga.Il museo virtuale permette di ammirare capolavori altrimenti inaccessibili, mentre altri reperti invece sono riportati in Iraq, virtualmente, da musei di tutto il mondo, come la Stele di Dario I, conservata a Berlino, ed Europa sul toro del British Museum di Londra.Il museo nazionale d’Iraq è stato fondato nel 1926 dall’arabista britannica, grande amica di Lawrence d’Arabia, Gertrude Bell, e conservava una delle migliori collezioni archeologiche del mondo.Durante il potere di Saddam, il museo è stato finanziato con generosità per collegare il leader baathista con i giorni di gloria più antichi dell’Iraq.Ma trent’anni di guerre hanno compromesso un lavoro secolare.

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Pubblicato il: 27 Luglio 2017

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