In ufficio l’open space non funziona, meglio lavorare al bar





L’OPEN SPACE sembra aver fallito. Lo spazio di lavoro aperto e condiviso che sembrava la risposta alla routine solitaria e alienante non è efficace e ha ripercussioni considerevoli anche sulla produttività. Diffusi negli ultimi anni per promuovere il cameratismo, migliorare il lavoro di squadra e incoraggiare un flusso costante e libero di idee tra i colleghi, dopo decenni di segregazione in anguste stanzette, sembrano cedere il passo a nuove soluzioni. Se qualche tempo fa uno studio di design ucraino aveva ideato Helmfon, il casco per isolarsi e non essere disturbati dagli altri colleghi, adesso si affaccia una nuova alternativa.La futurologa Nicola Millard, esperta di dati, analisi e tecnologie emergenti ha previsto che i dipendenti diventeranno “operai con lo zaino in spalla”, ovvero si porteranno il lavoro sempre dietro e, armati di portatile o tablet, collaboreranno in piccoli team in caffè  o “coffices”, una via di mezzo tra un bar e un ufficio. I grandi spazi condivisi su cui hanno puntato molte aziende per incentivare la collaborazione a conti fatti si sono rivelati deleteri.

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Pubblicato il: 6 Ottobre 2017

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