Il primo frutto è nato qui. La mela di Adamo ed Eva deve essere stata lei, quel grande pomo dalla buccia rossa che ancora oggi cade dalle piante alte fino a trenta metri nella «Foresta dei meli selvatici del Tien Shan» in Kazakistan, sulla Via della Seta. Un frutteto-foresta che visto dall’alto, durante la stagione della fioritura, assomiglia molto all’idea che abbiamo del Paradiso Terrestre. Ma quello che possiamo vedere oggi non sono che frammenti dell’immensa e antica foresta di meli (alcune di queste piante hanno 350 anni), che milioni di anni fa nel Terziario era la culla delle piante originarie del frutto che ha accompagnato miti, leggende e favole nella storia dell’uomo. La mela di Adamo ed Eva riceverà a maggio il premio Carlo Scarpa per il giardino, da 27 anni consegnato dalla Fondazione Benetton di Treviso. Un premio che ha soprattutto l’obiettivo di conservare quel patrimonio di biodiversità dell’Asia centrale che lungo la catena montuosa del Tien Shan ha resistito a inverni crudeli ed estati aride, per cadere poi per l’ottanta per cento sotto le accette dell’impero russo che ha sterminato la maggioranza di questi meli.
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