Il servitor di 2 padroni di Marco Travaglio





Tomaso Montanari ci ha scritto una bella lettera. Rappresenta le ansie e gli allarmi di tanti elettori di sinistra-sinistra che, per convinzione o per disperazione, hanno votato o comunque simpatizzato per i 5Stelle e ora se li ritrovano al tavolo con un partito di destra-destra come la Lega. A lui, e a molti come lui, basta e avanza la presenza di Salvini per dire che questo governo non s’ha da fare. Noi del Fatto, sull’ipotesi di governo Salvimaio, siamo partiti da un’impostazione diversa, meno ideologica e più pragmatica (il confuciano “Non importa se il gatto è bianco o nero, purché prenda il topo”), anche se potremmo presto giungere per altre vie alle stesse conclusioni di Montanari. Dipenderà da tre cose: il premier, i ministri e il programma o “contratto”dell’eventuale governo.Quello che pensiamo del Cazzaro Verde e del suo degno compare B., i lettori lo sanno bene. Prima e dopo le elezioni, abbiamo scritto e ripetuto che, per quanto stretta e tortuosa, la strada più auspicabile per l’Italia era quella di un’intesa per punti fra un M5S finalmente aperto al dialogo con gli “altri” e un Pd rinnovato nei programmi e nella classe dirigente

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Pubblicato il: 16 Maggio 2018

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