Il sequestro Martina di Marco Travaglio





Noi vorremmo qui esprimere la nostra più sentita solidarietà all’autoreggente del Pd Maurizio Martina che non tutti lo sanno, ma è stato vilmente sequestrato dopo la strage del 4 marzo dalle Brigate Renziane, che da un mese lo tengono proditoriamente in ostaggio nella prigione del popolo di Largo del Nazareno.Qui il prigioniero politico viene vilmente torturato giorno e notte con trattamenti disumani, proibiti dalle convenzioni di Ginevra, tipo la filodiffusione a tutto volume di discorsi e audiolibri di Renzi. E interrogato ogni mattina dai suoi carcerieri, ansiosi di sapere: a) se per caso gli passino per la testa idee originali, cioè deviazioniste rispetto alla linea ufficiale del partito; b) chi gliele abbia inculcate; c) quali altri traditori e apostati le condividano.Lui, al momento, nega tutto: “Ma che dite, come potrei mai mettermi contro il nostro leader, il nostro faro, la nostra guida, la nostra stella cometa, il nostro unico sole?”. Quelli però insistono: “Ci è giunta voce che qualcuno intorno a te accarezza tentazioni collaborazioniste con il Simp, lo Stato Imperialista del Movimento Pentastellato: sputa il rospo, fuori i nomi e i cognomi e sarai libero!”. Ma lui niente, resiste tetragono persino alla più terribile delle minacce: trascorrere un’intera notte ad ascoltare un comizio della Boschi a palla, per giunta in lingua tedesca.Ieri mattina, la svolta: grazie a un cellulare dimenticato nella stanza dai sequestratori, il prigioniero è riuscito a mettersi in contatto con Massimo Giannini, che ha raccolto il suo grido di dolore nel programma Circo Massimo su Radio Capital. Purtroppo l’ostaggio appariva psicologicamente provato dal lungo stato di cattività e le sue parole vanno in parte interpretate, in parte decrittate.

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Pubblicato il: 4 Aprile 2018

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