Circa 175 milioni di sterline investiti, 270 gli alberi che saranno piantati, più di duemila gli arbusti e i rampicanti: dalla Temple Underground station al South Bank, il nuovo giardino sospeso sul Tamigi sarà tutto un superlativo. Un incipit questo che svela subito il mio disaccordo profondo verso il progetto, così come capita tutte le volte che del verde si intenda fare un uso estremo, spettacolare ed eclatante, quasi fosse una provocazione e al contempo una scommessa su (o contro?) la natura… IL PROGETTO Il Garden Bridge, questo il nome, dovrebbe venir completato entro il 2020: un lungo ponte pedonale che diventerà l’emblema della ricchissima evoluzione botanica e giardiniera d’oltremanica. Intendiamoci bene: la firma del giardino è quella di Dan Pearson, paesaggista inglese tra i più apprezzati, e dunque sarà senz’altro un progetto all’altezza. Questo non si discute, anzi: il compito non è facile, considerato che siamo su un ponte esposto ai venti e all’inquinamento della City e che gli alberi dovranno necessariamente ammassarsi nello spazio sopra i due piloni, data la poca terra disponibile. Pare che, prima della messa a dimora, verranno cresciuti per due stagioni tra gli sferzanti venti del Bedfordshire, tanto per abituarli al peggio, mentre grandi siepi sono state studiate per proteggere le coltivazioni
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