Giustizia e correnti nell’Anm: cosa sono, cosa li divide





Oltre alle antiche divisioni dettate dalle divergenze ideologiche, la guerra tra correnti che è arrivata fino al Csm, coinvolgendo l’Anm (Associazione Nazionale Magistrati), ha riacceso i riflettori sull’aspetto più politico della macchina giudiziaria.Al gruppo più a sinistra, denominato Area, ai moderati di Unicost e ai seguaci di Piercamillo Davigo di Autonomia e Indipendenza proprio non va giù che Magistratura indipendente, ossia la corrente più a destra, difenda il posto dei suoi tre membri del Csm finiti nella bufera (ma non indagati nell’inchiesta della Procura di Perugia), dando loro un’indicazione precisa: ritirare l’autosospensione. La richiesta di dimissioni che arriva, invece, dal resto del panorama politico con la toga continua ad  infierire sulla ferita nella magistratura che si è lacerata con lo scontro legato alla poltronissima da procuratore di Roma ma che si era aperta qua e là in Italia con la corsa per la copertura di un centinaio di incarichi di vertice in Procure, Direzioni distrettuali antimafia e Tribunali. Controllare gli uffici strategici significa assicurarsi relazioni con la politica e poter creare una buona base di elettorato per il Csm. E anche se in realtà le correnti non sono sovrapponibili in modo pieno alla politica, spesso i loro esponenti si intrecciano nei partiti, fino a entrarci dentro

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Pubblicato il: 11 Giugno 2019

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