Elezioni a luglio? Perché si rischia la maledizione spagnola





Se già tra qualche mese gli italiani venissero richiamati alle urne (si ipotizza di votare a luglio), rischieremmo di spendere alcune centinaia di milioni di euro per niente. C’è il pericolo, infatti di replicare quanto è successo nel 2016 in Spagna, altro grande Paese europeo che ha votato per le elezioni politiche per due volte nel giro di pochi mesi.In Spagna le elezioni politiche si sono svolte nel dicembre del 2015 e dalle urne non è uscita una chiara maggioranza, provocando la paralisi del Parlamento.Vista l’impossibilità di formare un governo, il re Felipe ha indetto nuove elezioni nel giugno del 2016. Con un risultato quasi identico a quello ottenuto sei mesi prima: 137 seggi il Pp di Mariano Rajoy (14 in più rispetto a dicembre), 85 il Psoe (meno 5), 45 Podemos (esattamente come sei mesi prima), 32 Ciudadanos (meno 8). Un verdetto che non ha cambiato nulla, costringendo alla fine la Spagna a varare un governo Rajoy che ha ottenuto la fiducia dal Congresso solo grazie all’astensione di alcuni deputati del Psoe. Cioè una soluzione che si poteva ottenere anche a dicembre del 2015.Il costo delle elezioniPeccato che le elezioni costano: per l’Italia gli ultimi dati disponibili riguardano le politiche del 2013, quando si spesero 389 milioni di euro per la consultazione di domenica 24 e lunedì 25 febbraio, tenendo anche conto dell’abbinamento con le regionali. Il principale costo è relativo al ministero dell’Interno pari nel 2013 a 315 milioni di euro

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Pubblicato il: 8 Maggio 2018

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