È iniziato il Ramadan, ma il digiuno è previsto da tante religioni. Ecco perché





La sera del 5 maggio inizierà per circa 2 milioni di persone in Italia e per 26 milioni di musulmani in Europa il Ramadan, il mese islamico del digiuno, che durerà fino al 4 giugno. Il digiuno è uno dei cinque pilastri della religione ed è quindi obbligatorio, a meno che non ci si trovi impossibilitati a farlo per motivi di salute (per esempio se si è affetti da diabete) o specifiche condizioni fisiche (gravidanza, allattamento, mestruazioni).Si digiuna dall’alba al tramonto, il che rende le ore notturne per le comunità di musulmani un momento di festa e di condivisione di cibo, storie, chiacchiere e risate.Suona tutto molto esotico? Eppure non dovrebbe: non vi è infatti religione che non preveda una qualche forma di digiuno e, di conseguenza, una qualche forma di festa nell’interrompere la fatica di non mangiare (né di bere nel caso dell’Islam) per molte ore di fila.Così come non esiste abbondanza senza scarsità, non può esistere digiuno senza abbuffata. Tutte le tradizioni religiose avevano ben presente questa verità e ne hanno fatto tesoro: chi l’ha trasformato in un pilastro (l’Islam), chi in una forma di espiazione (Cristianesimo ed Ebraismo), chi in esercizio delle spirito (Buddhismo), chi in contemplazione (Induismo), chi in tributo per il divino (Totemismo): insomma il digiuno ha avuto, per le tradizioni religiose, il ruolo di disciplina, esercizio, legame comunitario, preghiera, concentrazione, atto votivo. E questo è il suo lato spirituale

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Pubblicato il: 9 Maggio 2019

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