Dolore muscolare da statine: come ottimizzare la terapia





I pazienti che assumono statine spesso lamentano sintomi muscolari (dolore, crampi, pesantezza, debolezza, rigidità) che, essendo considerati effetti collaterali del farmaco, spesso inducono alla sospensione della terapia. Eppure è dimostrato che i pazienti che necessitano di una terapia ipolipemizzante ma che risultano intolleranti alle statine hanno un rischio più elevato di oltre il 50% di incorrere in una coronaropatia o in un infarto del miocardio. I benefici della terapia con statine sono così rilevanti che deciderne la sospensione è una scelta difficile che comporta una grande responsabilità. Giunge quindi a proposito una revisione della letteratura relativa al problema della intolleranza alle statine  operata da un gruppo di esperti, clinici e ricercatori, recentemente pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology. Il documento evidenzia come non esista una definizione universalmente accettata della “sindrome muscolare associata alle statine” (SAMS) e come la diagnosi sia spesso resa difficile anche dal cosiddetto effetto nocebo ovvero dal fenomeno per cui la consapevolezza di assumere un farmaco facilita la comparsa di sintomi attribuiti al farmaco stesso. Le varie definizioni, comunque, concordano sul fatto che, per attribuire i sintomi muscolari alla statina, è necessario verificare che essi si siano verificati precocemente (entro 4 settimane) dall’inizio della terapia o dall’incremento del dosaggio, che si risolvano rapidamente (entro 2 settimane) dalla sospensione del farmaco, che si presentino dopo aver utilizzato almeno due statine e che ricompaiano entro 4 settimane dalla ripresa della terapia

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Pubblicato il: 3 Ottobre 2017

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