Diventare madri dopo il tumore: la vita vince due volte





Donne e uomini, prima che pazienti oncologici, ai quali gli avanzamenti della medicina oggi consentono di sconfiggere il tumore in molti casi ma a volte lasciano sequele dolorose come la perdita della fertilità e l’impossibilità di diventare madri e padri. Superata la malattia, la donna o l’uomo si rendono conto che sono mancati l’informazione e l’adeguato supporto psicologico circa il loro futuro riproduttivo e la possibilità di preservare la propria fertilità prima dei trattamenti. Nei Paesi occidentali, infatti, solo il 4% delle donne con malattia oncologica usufruisce di una valutazione specialistica della fertilità prima di iniziare le cure (BMJ, 2012). Per diffondere l’informazione su una tematica dirompente per i giovani pazienti che hanno vissuto l’esperienza di un tumore, per assisterli e accompagnarli nel delicato percorso della preservazione della fertilità, nasce la Scuola di Alta Formazione in Oncofertilità, la prima in Italia, diretta da Mariavita Ciccarone, ginecologa presso l’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma, e da Paolo Marchetti, Direttore UOC di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea, Sapienza Università di Roma. A promuoverla, in collaborazione con la Sapienza Università di Roma, è l’Associazione onlus Gemme Dormienti, presieduta da Mariavita Ciccarone, è nata nel 2011 con l’obiettivo di proteggere la fertilità nei pazienti oncologici e affetti da malattie croniche invalidanti, in particolare donne.

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Pubblicato il: 9 Maggio 2016

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