Diritti tv della Serie A: chi ha vinto, chi ha perso (e cosa cambia per il tifoso)





La soluzione è arrivata in extremis ma è arrivata. A poco più di due mesi dall’inizio del campionato e con l’incubo di uno stallo economico che si stava materializzando per i presidenti della Serie A, legati a doppio filo ai soldi delle tv necessari per chiudere i bilanci e finanziare il calciomercato.L’accordo è stato sottoscritto con Sky e Perform, tagliando fuori Mediapro (che non si è nemmeno presentata), Mediaset (che cercherà di rientrare nella fase degli accordi commerciali) e tutti gli altri operatori che avevano in qualche modo valutato l’idea di entrare nel mercato del calcio italiano.La cifra strappata è 973,3 milioni di euro medi a stagione. Molto meno rispetto al miliardo e cento scritto come base d’asta, poco più (4,2%) rispetto ai 943 del triennio precedente ma con un significativo balzo in avanti rispetto alle prime offerte di gennaio, quelle che avevano sollevato il velo su uno scenario inquietante di un torneo scarsamente attrattivo per le televisioni e destinato a non crescere.In mezzo tra l’inverno e la firma in extremis c’è stato il cambio di guida alla Lega, dal commissario Tavecchio a Micchicchè passando per Malagò, il blitz degli spagnoli di Mediapro, il sogno del canale in proprio e la battaglia in Tribunale vinta da Sky.

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Pubblicato il: 15 Giugno 2018

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