Depressione: mai più farmaci a casaccio, il giusto farmaco te lo dirà lui!





Chi soffre di depressione o si prende cura di parenti che con questa grave malattia devono fare i conti tutti i giorni ben sa come questa grave patologia mini il destino dei loro cari in assenza di una cura efficace. Ma è noto anche il fatto che non sempre il farmaco prescritto raggiunge l’obbiettivo che si era prefisso riuscendo a migliorare lo stato dei pazienti. In questo caso non si parla della bontà del farmaco utilizzato, semmai della predisposizione che ha il paziente nell’ottenere benefici da quella molecola e questo è oggi il grosso limite nella cura della depressione, ma forse ancora per poco. (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({}); Secondo uno studio realizzato da ricercatori italiani del King’s College di Londra che ha trovato pubblicazione sulla rivista scientifica International Journal of Neuropsychopharmacology, sarà possibile presto effettuare un semplicissimo esame del sangue (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({}); che mostri la predisposizione o meno del paziente ad ottenere benefici dal farmaco a lui prescritti in modo da lasciare al medico la (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({}); decisione se continuare o meno con la terapia o darne un’altra più efficace. “L’obiettivo – ha spiegato Annamaria Cattaneo, co-autore Institute of Psychiatry, Psychology & Neuroscience del King’s College – è di aiutare i medici nell’arrivare il più vicino possibile ad un trattamento personalizzato”. “Spesso i pazienti – sottolinea Carmine Pariante, autore principale dello studio e docente di Psichiatria biologica al King’s College – devono sopportare continui cambi di terapia farmacologica prima di arrivare al farmaco giusto per il loro disturbo

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Pubblicato il: 27 Giugno 2016

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