Cos’è e cosa sarà lo Human Technopole





Il 18 giugno si è riunito per la prima volta il Consiglio di sorveglianza dello Human Technopole (HT), l’istituto di ricerca multidisciplinare pubblico i cui laboratori saranno realizzati riconvertendo alcune delle strutture costruite per EXPO 2015. Oggi solo uno dei sette centri di ricerca dello Human Technopole esiste già e bisognerà aspettare il 2024 – secondo i progetti – perché l’istituto nel suo complesso sia a regime: si sanno però alcune cose su come funzionerà e cosa farà.I centri di ricerca dello Human TechnopoleL’obiettivo dello Human Technopole nel suo complesso sarà fare ricerca per curare i tumori e le malattie neurodegenerative. Per farlo l’istituto finanzierà progetti di ricerca di diverse discipline, dalla nutrizione all’analisi di grandi quantità di dati. Per questo Human Technopole comprenderà sette diversi centri di ricerca: il Centro di oncogenomica, che si occuperà di studiare i tumori partendo dal genoma umano, cioè la parte di DNA che tutte le persone hanno uguale;il Centro di neurogenomica, che si occuperà di studiare delle cure per le malattie neurodegenerative (come il morbo di Alzheimer, il Parkinson e la sclerosi laterale amiotrofica) con la cosiddetta medicina di precisione, cioè con un approccio personalizzato per determinati gruppo di persone e non per tutti;il Centro di genomica agroalimentare e nutrizionale, dedicato allo studio degli alimenti, partendo dalla loro produzione e passando per la conservazione, per individuare cibi più sani e più adatti a diverse terapie;il Centro di scienza dei dati, che si occuperà di studiare i modi per usare in modo efficiente e istruttivo le grandi quantità di dati necessari ai progetti di ricerca di genomica e non solo;il Centro di scienze computazionali della vita, dedicato allo studio dei processi biologici associati alle malattie, sempre con lo scopo di sviluppare terapie per i tumori e le malattie neurodegenerative;il Centro per analisi decisioni e società, l’unico centro di ricerca dell’HT già attivo, grazie a una joint venture con il Politecnico di Milano: quando ci saranno anche gli altri centri si occuperà di prevedere attraverso modelli matematici e statistici le ricadute sociali, politiche ed economiche delle ricerche effettuate per capire come investire nei diversi settori di ricerca; ora ci lavora circa una decina di persone, tra cui quattro dottorandi del Politecnico, che si occupano di analisi di dati sulla spesa sanitaria forniti dai ministeri;il Centro di materiali innovativi e dispositivi, che studierà materiali e dispositivi nanoscopici per realizzare, ad esempio, sensori per le analisi genetiche e per il controllo della qualità degli alimenti, sistemi di confezionamento “smart” e nuove tecnologie per monitorare continuamente i parametri corporei.I sette centri di ricerca avranno a disposizione quattro strutture attrezzate con strumentazioni scientifiche: ad esempio, sequenziatori di DNA e microscopi elettronici (quelli che usano fasci di elettroni per creare immagini di cellule, microrganismi e grosse molecole, tra le altre cose).

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Pubblicato il: 21 Giugno 2018

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