Ho sempre pensato che per essere una buona giornalista, e una scienziata capace, fosse fondamentale pormi degli interrogativi. Dalle più semplici alle più scomode. Come un carburante sostenibile, le domande mi hanno spinta ad andare oltre la superficie, a superare confini mentali imposti laddove io non ne vedevo, a ribellarmi al precostituito quando per me c’era solo qualcosa da reinventare e a salvaguardare quando, intorno a me, vedevo solo la volontà di distruggere. Se dovessi spiegare, …
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