La giovane americana Christen Brandt, cofondatrice e direttrice della onlus “She’s the first” ha pubblicato sul proprio profilo Facebook un amaro sfogo circa la credenza comune secondo cui se una donna indossa una donna corta, inevitabilmente si espone al rischio di essere molestata, seppure solo verbalmente.Si tratta proprio di quanto accaduto a Christen la mattina del 28 gennaio scorso: mentre attraversava la stazione metropolitana della 34th Street, all’improvviso un uomo le è passato accanto e ha esclamato “Accidenti, che belle gambe che hai!”.Di fronte al silenzio della giovane, disgustata dalle volgari avances dello sconosciuto, quest’ultimo, risentito, le ha chiesto perché mai non si fosse degnata di rispondergli o di dire quanto meno un “grazie”.La ragazza, esasperata dall’atteggiamento arrogante degli aggressori verbali, ha tenuto a precisare nel post che, quella mattina, indossava sì una gonna corta, ma portava anche dei leggins super-coprenti che non lasciavano intravedere neppure un centimetro di carne. Insomma sia che ci si vesta in maniera provocante sia che si opti per un outfit “castigato”, i molestatori si sentiranno sempre in diritto di esercitare la propria violenza mentale e/o fisica sulle donne. L’articolo Christen Brandt: “La mia gonna corta non è un avance” sembra essere il primo su Mamme.it Idee, notizie utili alle mamme online.
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