Chi è il Dpo, il Data protection officer, e quando sarà obbligatorio in azienda





Il Regolamento europeo della privacy n. 2016/679, quello che disciplina la tutela dei dati riservati, tra le varie norme, prevede anche quella che introduce dal prossimo 25 maggio la figura del Data protection officer, ossia di quello che in Italia è stata già ribattezzato Responsabile per la protezione dei dati.Si tratta sostanzialmente di quella figura professionale che d’ora in poi in determinate imprese dovrà garantire la riservatezza di tutta una serie di informazioni sensibili. Un tema divenuto quantomai scottante dopo il recente scandalo che ha pesantemente coinvolto Facebook.Diciamo subito che per svolgere tale attività non saranno necessari particolari titoli di studio o abilitazioni. Non esiste infatti, almeno per il momento, un albo per tale professione, e tantomeno sono previsti “bollini” che certifichino un tale profilo lavorativo.In ogni caso, il Garante della privacy ha voluto fornire in maniera dettagliata le caratteristiche del Dpo, spiegando non  solo quale sarà il suo ruolo, ma anche i casi in cui le aziende saranno costrette ad assumere una di queste figure.Chi è il Dpo e suoi requisitiInnanzitutto il responsabile della protezione dei dati personali sarà designato dal titolare dell’impresa o dal responsabile del trattamento per assolvere a funzioni di supporto e controllo, consultive, formative e informative relativamente all’applicazione del Regolamento europeo sulla privacy.Inoltre coopererà con il Garante fungendo da punto di contatto con esso, per le questioni connesse appunto al trattamento dei dati personali. Detto ciò, è lo stesso Garante a ribadire che, al Dpo non sono richieste specifiche attestazioni formali o l’iscrizione in appositi albi.Il soggetto in questione dovrà però possedere un’approfondita conoscenza della normativa e delle prassi in materia di privacy.

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Pubblicato il: 26 Marzo 2018

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