Alla 1:23 del mattino, un tremendo boato squassava il silenzio della notte di Pripyat, cittadina del nord nell’Ucraina al confine con la Bielorussia.Nelle immediate vicinanze del centro urbano sorgeva una delle più grandi e vecchie centrali nucleari costruite dai sovietici, con 4 reattori da 1000 megawatt: la centrale di Chernobyl.L’incidente fu dovuto alla negligenza dei tecnici durante un test del sistema. Senza pensare alle conseguenze catastrofiche di una simile pratica, fu disinnescato il sistema di sicurezza ed il raffreddamento ad acqua del nucleo.Il surriscaldamento del reattore fu repentino e i gas di xeno generarono la prima delle tre grandi esplosioni, talmente forte da scagliare in aria il coperchio in acciaio del reattore da 1.000 tonnellate. Per due giorni divamparono fiamme altissime, cariche di materiale radioattivo letale. Due tecnici morirono immediatamente dopo l’esplosione, altri 30 morirono per l’esposizione alle radiazioni nelle ore successive.Le autorità sovietiche applicarono stretta censura sull’accaduto, anche all’interno del Paese.
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