
Un attacco al futuro dell’Europa. L’attentato di Manchester – dove un kamikaze si è fatto saltare per aria alla fine del concerto della famosa popstar Ariana Grande – non è solo l’ennesima dimostrazione che il terrorismo è intorno a noi, più vicino di quel che possiamo pensare. È anche l’emblema della logica criminale che muove i pensieri, prima che le azioni, del sedicente Stato Islamico. Una guerra diffusa che non si concentra in azioni sporadiche in grande stile ma che, al contrario, piazza tanti piccoli tasselli; giorno dopo giorno, con una frequenza impressionante, lasciando ogni volta dietro sé una scia di sangue, sempre più lunga.
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