
Per i pazienti gravemente disturbati, trattati con efficacia, la Jacobson invoca modifiche nella tecnica psicoanalitica: “i depressi tentano di recuperare la perduta capacità di amare e funzionare, grazie al magico amore proveniente dal loro oggetto d’amore”. In un caso di forte transfert idealizzante la Jacobson non fece alcun tentativo di analizzarlo, lo usò invece per portare avanti il trattamento e per permettere al paziente di ricostruire almeno temporaneamente un po’ della sua autostima intorno ad esso. La sua risposta è convincente nella sua semplicità e umanità perché nasce dalla comprensione empatica dei bisogni del paziente in quel momento “durante i periodi iniziali e poi in quelli di grave crisi, ho permesso al paziente di usarmi nei modi e nei ruoli di cui aveva bisogno” L’autrice non considera comunque queste tecniche curative in se, ma ritiene che, con una preparazione adeguata e un tempismo attento, perfino i pazienti con disturbi molto gravi siano in grado di ascoltare e usare le interpretazioni dell’ “es profondo”, che restano la via per il cambiamento analitico. L’esperienza interiore del neonato è caotica e non organizzata. Il neonato comincia la sua vita in una condizione di assoluta dipendenza dall’ ambiente che lo circonda. Il suo sviluppo sarà quindi caratterizzato da una progressiva indipendenza rispetto all’ ambiente.
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