Alla scoperta di Facebook DeepText, la tecnologia che legge davvero i nostri post





Che Facebook sia diventato lo specchio, trasparente e chiarificatore, delle nostre vite è ormai una banalità. Così come sembra ovvio che il team che gestisce il social network possa sbirciare tutto quello che facciamo sulla rete blu, i click e (per via dei famosi cookie) persino le visite ai siti web esterni che contengono i pulsantini “Mi piace” e quelli per condividere articoli e notizie. Resta però il dubbio che tra i milioni di post, foto e video condivise, la multinazionale non possa davvero controllare proprio tutto, per via della mole di informazioni che ogni giorno vengono prodotte dagli iscritti. Anzi, qualche mese fa, avevamo raccontato la curiosa storia di Paul Zuckerberg, il ragazzo (nessuna parentela con Mark) che spulcia le immagini pubblicate, per “indirizzare” meglio il riconoscimento facciale della piattaforma; un’ulteriore conferma della fallibilità umana che pervade la piazza virtuale più popolata della storia.Ma le cose cambieranno presto e anche il lavoro di Paul e dei gruppi che lavorano alle diverse sezioni di Facebook diventerà più semplice, grazie a DeepText. Svelato ieri, si tratta di un motore composto da un algoritmo che riesce ad organizzare i contenuti presenti su Facebook in una modalità simile alle reti neurali biologiche dell’uomo. Negli esseri umani i neuroni, composti da cellule viventi connesse tra loro, sono il motivo per il quale riusciamo a rispondere nell’immediato ad un evento improvviso, possiamo memorizzare il viso delle persone che incontriamo o ricordarci il sapore di un cibo anche a distanza di tempo.Le reti neurali artificiali, come quelle create da DeepText, rispondono invece ad esigenze diverse e specifiche, tra cui la comprensione da parte delle macchine di un set di dati, messi in relazione con informazioni differenti, apparentemente sconnesse dalle prime

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Pubblicato il: 7 Giugno 2016

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