
UN ESEMPIO virtuoso di eco-sostenibilità, un nuovo modo d’intendere la ricerca sugli involucri da imballaggio, un’intuizione per superare il problema della scarsità di risorse. È un po’ tutte e tre queste cose la scoperta che, quasi per caso, ha fatto uno studente islandese: realizzare un materiale per la produzione di bottiglie ecologiche, biodegradabili, addirittura commestibili. Una materia prima, dunque, del tutto naturale che potrebbe risolvere i danni provocati all’ambiente dalla produzione delle plastiche e dal loro riciclo. L’invenzione è merito di Ari Jònsson, studente 32enne dell’Accademia d’Arte di ReykjavIk lo spunto è stato un compito sui materiali assegnato dai suoi docenti. Partendo da un ipotetico progetto di design, dopo alcuni esperimenti sulla resistenza delle materie prime si è fatta presto strada nella mente di Jònsson l’idea della bottiglia ecologica. Sono bastati due elementi per far scattare la scintilla e portare alla creazione di questa ”magia”, due ingredienti che si trovano in gran quantità in natura: l’acqua e l’agar-agar, una polvere che si ottiene dalla lavorazione dell’alga rossa.
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