A Roma summit internazionale sulla valvola aortica





È prepotentemente balzata agli onori della cronaca per il recente intervento cardiochirurgico cui è stato sottoposto l’ex premier Silvio Berlusconi, ma la valvola aortica, e soprattutto le malattie che possono colpire questa e le altre valvole cardiache sono ancora delle perfette sconosciute, nel nostro Paese. Basti dire che, secondo un’indagine condotta lo scorso anno in Europa, Italia inclusa, su un campione di ultrasessantenni, i più frequentemente soggetti a queste forme, solo il 3,6% degli intervistati italiani (3% il dato complessivo europeo) ha dichiarato di considerare con preoccupazione una tale evenienza. Inoltre, solo il 5% dei connazionali ritiene che la stenosi aortica, la più comune tra le malattie delle valvole cardiache, possa essere pericolosa e letale, benché nella sua forma grave lo sia più di molti tumori, di gran lunga più temuti e considerati dai cittadini. Questi dati non stupiscono. Infatti, sino al 9 giugno pochi Italiani, come la maggior parte di quelli che opero quotidianamente, conoscevano la stenosi aortica, l’insufficienza aortica o quella della valvola mitrale. Eppure, in Italia si stima che 300.000 persone soffrano di stenosi aortica: il restringimento della valvola provocato da depositi di calcio, che altera la funzionalità della struttura preposta a regolare l’afflusso di sangue ai vari distretti dell’organismo

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Pubblicato il: 20 Luglio 2016

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