
«A decorrere dal 1° gennaio, nessun uomo o partito politico potrà dichiararsi irresponsabile dei propri errori con la scusa che c’è stato il fascismo». Ci vorrebbe una dichiarazione del genere, come quella scritta dal poeta e scrittore socialista Giacomo Noventa per ritenere definitivamente fuori corso il fascismo, a un secolo dalla sua nascita e a tre quarti di secolo dalla sua morte. Noventa auspicava di prescrivere il fascismo come alibi in un capodanno assai precedente a questo; ma ora che siamo arrivati a cent’anni, non ci sono più alibi per invocare sempre il fascismo.Nel secolo in cui siamo nati, il diciannovismo fu sinonimo di Inizio, fu l’anno degli Albori. Il 1919 fu in Italia un anno speciale: nacque il fascismo a Piazza San Sepolcro, a Milano, come un movimento radicale e rivoluzionario benché patriottico e nazionale. Ma nel ’19 nacque pure l’italo-comunismo, sorto sulle ceneri della Grande guerra e sull’onda della Rivoluzione bolscevica, con la fondazione di Ordine nuovo di Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti a Torino, da cui poi nascerà a Livorno il partito comunista. Nel ’19 nacque pure il Partito popolare fondato da don Luigi Sturzo, che sarà poi padre della Dc.
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